I segreti della L84 Futsal School
L'intervista al Direttore Tecnico Rodrigo De Lima
Dal progetto Dual alla scuola calcio élite.
Le collaborazioni con la Juve e Marchisio.
di Jacopo Bargeretti – Sprint e Sport
La grande ascesa della L84 è sotto gli occhi di tutti. In pochi anni la società del presidente Lorenzo Bonaria è passata dall’essere una buona realtà a punto di riferimento in Piemonte per il futsal e non solo. Iniziative e progetti all’avanguardia che spingono la L84 a rinnovarsi ogni anno e ad essere precorritrice dei tempi.
Dal recente progetto ‘Dual’ alla collaborazione con la Juventus passando per la partnership con Claudio Marchisio, il raggiungimento dello status Scuola Calcio Èlite e la presa in gestione del palazzetto di Brandizzo: negli ultimi due anni abbiamo raccontato passo passo le novità dei volpianesi. Rodrigo De Lima è il coach di tutte le squadre, dalla prima in Serie A ai più piccoli, il suo arrivo nel 2016 ha dato uno slancio fondamentale.

Il progetto Dual è doppio percorso con un’unica metodologia, un programma che alterna due sedute e competizioni di Futsal con quelle di calcio. I bambini dai 5 ai 9 anni si cimentano in entrambe le discipline. Un programma per cui, come racconta De Lima «Non siamo riusciti ad avere un parametro perché si è bloccato tutto. Non era facile perché per fare bene c’è bisogno di strutture. Noi siamo fortunati perché abbiamo gli impianti di Volpiano e Brandizzo ma c’è bisogno anche dell’aiuto delle palestre scolastiche. É un progetto bellissimo perché i bambini hanno la possibilità di fare due sport come judo e calcio o basket e futsal.»
Poi sulla collaborazione con la Juventus «Con loro c’è un rapporto importante, vengono a osservare i nostri giocatori e sono autonomi nel chiamarli. Diversi dei nostri giocatori fanno provini con la Juve, uno di loro è bianconero già da un anno e mezzo. Anche loro stanno facendo un lavoro importante nel Futsal ed è fondamentale questo coinvolgimento tra le società professionistiche.»

I ragazzi della Futsal School anche in questo periodo non si sono persi d’animo: «Pensavo che ci sarebbero state più difficoltà» – racconta De Lima. «Pensavo che dopo un po’ i ragazzi, non potendo fa-re le partite, si sarebbero un po’ stufati cominciando a saltare qualche allenamento. Invece abbiamo avuto più del 75% dei ragazzi che ha partecipato a ogni allenamento individuale.
Noi abbiamo creato degli allenamenti divertenti, affinché i ragazzi fossero stimolati a uscire dalla loro comfort zone». Ma la L84 non è solo questo: «La società fa un lavoro gigantesco nella parte della comunicazione e del marketing. Diventare Scuola Calcio élite ha portato alla crescita di tutto lo staff, a una grande professionalità, alla presenza dello psicologo e della dietologa. Oltre a questo, ai genitori abbiamo consegnato un libretto così che anche loro sappiano tutto quello che facciamo, dalla nostra metodologia ai nostri capisaldi e il nostro codice etico a cui teniamo molto. Per noi è fondamentale il rapporto istruttore-bambino, ma anche quello tra genitore e bambino. Il nostro obiettivo è quello di rendere tutti entusiasti».
Poi, alla domanda sul perché un bambino dovrebbe avvicinarsi al futsal, Rodrigo De Lima risponde: «Il bambino deve venire con il sorriso e deve fare sport, non per forza il futsal ma quello che lo rende felice. lo a 7-8 anni volevo solo il pallone, giocavo a calcio tutto il giorno anche da solo. In Brasile non aspettavamo che arrivasse qualcuno per fare le squadre Cominciavo a giocare da solo, in strada già per superare un marciapiedi ad esempio impari a fare il cucchiaio, se arrivava un amico si faceva uno contro uno, quando arrivava un terzo si passava al 2 contro 1, da solo ci stava quello più forte. Fino poi ad arrivare a fare un 5 contro 5, 6 contro 6 e così via. Si lavorava tanto sulla…creatività. Questa cosa un po’ manca».

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